Essere emotivi, provare delle emozioni per alcuni potrebbe essere considerato qualcosa per persone deboli, mentre in un mondo sempre più freddo e indifferente l’intelligenza emotiva dovrebbe essere un motivo per elevarsi e tornare ad essere umani e capaci di empatizzare col prossimo, rendendo ogni individuo unico nella sua diversità e permettendo a chiunque di esprimere sé stesso al pieno delle proprie facoltà senza la paura di essere costantemente giudicati e sotto esame.

L’intelligenza emotiva è una capacità che è possibile sviluppare e che ci permette di vivere meglio sia con noi stessi che con gli altri, ci spinge al raggiungimento dei nostri obiettivi e ci rende capaci di metterci nei panni degli altri, capire cosa stanno provando e accogliere le sfaccettature di ognuno nella propria diversità.

Per questo motivo bisogna dare attenzione a quelle pratiche che ci permettono di coltivarla ed ampliarla, sia dal punto di vista soggettivo che per quanto riguarda la collettività, e a questo proposito ha un particolare rilievo quello che le istituzioni possono fare tramite lo strumento educativo della scuola, seminando consapevolezza di sé e degli altri fin dalla tenera età.

Insegnare l’educazione emotiva ai ragazzi, e come coltivarla, è un passo fondamentale nella loro crescita e formazione, che getta le basi per degli individui consapevoli e in grado di gestire le proprie emozioni e i propri sentimenti, razionalizzando e praticando tecniche che permettono di raggiungere un livello di sicurezza ed empatia propedeutico ad una società civile sana.

Pratiche di mindfulness possono essere un valido esercizio per aumentare la calma e la comprensione delle proprie emozioni e per imparare a riconoscere quelle degli altri, tuttavia è da considerare che ogni bambino ha un proprio modo di essere e di sentire e quindi alcune pratiche potrebbero risultare stressanti se non addirittura controproducenti per alcuni bambini se non seguiti con le giuste attenzioni e con il giusto metodo.

Altrettanto importante è l’espressione attraverso il corpo, più spontanea e probabilmente di facile presa sui bambini, le attività ludiche corporee, come ad esempio il teatro o la danza, possono rendere le emozioni complesse più facili da comprendere e da gestire, facilitando il processo di consapevolezza tramite un linguaggio più creativo ed accessibile, questo sempre considerando che ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi approcci anche al gioco.

Come a scuola, anche a casa è possibile e anzi indispensabile che i bambini abbiano una educazione emotiva, ad esempio un genitore può essere il modello per i propri figli mostrando loro come gestisce le proprie emozioni, dimostrando autocontrollo ed apertura verso le sfide e le novità che lo stesso bambino può introdurre nel rapporto genitore-figlio, trasmettere sicurezza e favorire lo sviluppo dell’empatia può portare a inaspettati momenti di gioia familiare, scaturiti da un semplice abbraccio del proprio peluche preferito da parte del bambino che comprende l’espressione imbronciata o triste dell’animale di pezza.

Insegnare l’intelligenza emotiva, soprattutto ai più giovani, in un contesto storico come quello che stiamo vivendo diventa una necessità, insegnando ai più giovani come padroneggiare le proprie emozioni e quindi gestirle correttamente oltre che instaurare tra i vari individui un rapporto empatico ed umano.